Viaggio nelle miniere dimenticate della Val Graveglia
(Prima parte di tre)
La storia mineraria della Val Graveglia inizia 200 milioni di anni fa in seguito a complessi processi geologici.
Da ciò ne deriva la ricchezza di minerali pregiati sepolti nel suo sottosuolo e ciò ne ha determinato il destino e la trasformazione "morfologica" del territorio.
A causa di questo è diventata una valle molto apprezzata dai cercatori di minerali che se sono fortunati possono trovarne uno dei 12 unici al mondo come ad esempio la Gravegliaite o la Reppiaite che prende il nome proprio da una delle località più importanti della zona, la bella Reppia.
I monti della Valle sono ricchi principalmente di Manganese e minerali contenenti Ferro e Rame.
Proprio il Manganese contenuto nella Braunite è stato "fonte di vita" per generazioni di minatori e relative famiglie.
Questo minerale, indispensabile per la produzione dell'acciaio, è stato estratto per anni in grandi quantità. Negli anni 60 la richiesta nazionale è stata completamente soddisfatta dalla miniera di Gambatesa che detiene anche il record della maggior "lente di manganese" mai trovata in Europa.
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Piazzale di carico con le tramogge tramite le quali si metteva il materiale sui camion |
Pensate che una volta estratta da sotto la montagna ha lasciato uno spazio vuoto largo 220x80x40 mt di altezza!! Sono state estratte 600.000 tonnellate di minerale.
La miniera di Gambatesa è stato il sito minerario più a lungo produttivo di tutta la valle, si sono scavati dal 1876 agli anni 2000 ca 25 Km di gallerie su 7 livelli.
Ne sono rimasti esplorabili solo 4. A questo proposito negli anni 2000 la miniera è stata riconvertita a museo minerario e previa prenotazione, esperte guide naturalistiche vi porteranno con il trenino all'interno del monte e con la loro competenza e disponibilità vi spiegheranno come veniva estratto il minerale, quant'era dura la vita dei minatori e quali sono le caratteristiche delle rocce che incontrerete durante l'interessante visita.
Miniera di Gambatesa
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Ve lo consiglio vivamente, è un'esperienza unica, in particolare per i bambini!
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Il famoso trenino della miniera guidato dall'amico Luca Monego |
Oltre a Gambatesa, vi sono altri "poli" minerari (abbandonati) sparsi per la valle, i principali sono quelli di Molinello, Scrava, Bossea e Cassagna.
Inoltre esistono decine e decine di altre gallerie sparse su tutto il territorio della Val Graveglia, in alcune è stato estratto minerale pregiato, in altre invece lo scavo non ha dato i frutti sperati.
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Nascoste dalla vegetazione si celano piccole entrate e tracce di vecchi cantieri |
Due anni fa, risalendo un piccolo torrente a caccia (fotografica) di anfibi, mi sono imbattuto in una galleria allagata e parzialmente ingombra di vegetazione.
La mia curiosità ha fatto il resto e dopo essermi informato tramite varie fonti ho scoperto che questa magnifica valle ha, sotto le sue colline, chilometri di tunnel tutti da scoprire e fotografare.
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Questa è stata la prima galleria che ho casualmente trovato (Allagata) |
Spesso l'uso del machete dura anche ore ma poi la soddisfazione dei ritrovamenti ripaga tutta la fatica!!! |
Spesso i primi tratti sono allagati e ci obbligano ad usare gli stivaloni da pesca |
E' iniziata così la mia passione per l'esplorazione e la "foto di miniera".
Ho passato tutto il primo inverno, sempre in compagnia di cari amici, ad individuare e mappare con il GPS tutte le entrate che riuscivo a trovare.
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Abbiamo passato un intero inverno a fare ricerca sul campo, con ogni tempo e temperatura!! |
Non ci ha fermato nulla, complice anche il mio mitico TOY ed amici molto "adattabili"... |
Per reperire le informazioni necessarie abbiamo intervistato gli ultimi minatori ancora in vita.
Questi personaggi sono veramente incredibili!!!
Hanno almeno 80 anni, parlano con fatica a causa della silicosi ma si rendono conto di essere molto fortunati; ai tempi l'aspettativa di vita era meno di 50 anni a causa delle estreme condizioni di lavoro dovute a strumenti di scavo ed estrazione che producevano moltissima polvere respirata da loro per ore, giorni ed anni.
I crolli, a quanto mi risulta, hanno fatto pochissime vittime!
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Spesso le entrate sono piccole, nascoste e parzialmente occluse |
Mi hanno raccontato che, vivendo in paesini della valle non attaccati alle miniere, uscivano di casa con il buio, scollinavano passando direttamente a bosco per poi raggiungere il sito minerario prima che il sole sorgesse.
Dopo il duro turno di lavoro, in particolare d'inverno, uscivano nel pomeriggio nuovamente con il buio scollinando per ritornare a casa ed invece di riposarsi erano costretti, per mantenere le famiglie, a curare i campi, dai quali traevano prodotti, o da vendere/barattare o da mangiare direttamente.
Avendo conosciuto diversi vecchi minatori, ho riscontrato una caratteristica loro comune, la gran voglia di raccontare!
Sono stato accolto nelle loro case e non c'è stato bisogno di fare tante domande, hanno tutti iniziato a raccontare, quasi aspettassero l'occasione giusta per condividere con noi "giovani" le loro dure esperienze andandone molto fieri ed orgogliosi!
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Le condizioni di lavoro non dovevano certo essere facili |
Spesso le entrate sono poste in luoghi quasi inaccessibili. E' possibile trovarle sul greto di torrenti impervi, a diversi metri di altezza su di una parete di terra, alcune sono completamente immerse nei boschi, altre si trovano in fittissimi sottoboschi percorsi solo da cinghiali (e da noi). A volte bisogna guadare torrenti impetuosi visto che i vecchi ponti in legno sono pericolanti a causa dell'inconsistenza delle vecchie strutture.
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Moltissimi ingressi sono allagati e spesso l'acqua esce dalla miniera come un torrente! |
Per arrivare a certi ingressi serve molta agilità e sangue freddo.... |
La "scomodità" è una costante, si striscia anche per 10/15 mt!! |
Le corde ci sono venute bene in moltissimi casi per fare sicurezza... |
Per fortuna qualche entrata "comoda" si trova ancora, spesso si riesce ad arrivare con il fuoristrada proprio di fronte ad esse e per come siamo abituati noi è una pacchia...
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Una fra le pochissime entrate comode della zona.... |
In alcuni casi le vecchie strutture di sostegno nei pressi dell'entrata si offrono come soggetti fotografici ma senza mai dimenticare che "tutto si guarda ma NULLA si tocca"!!!
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Bellissima struttura di sostegno in pali di castagno |
In questi tre anni di continue ricerche ed esplorazioni, abbiamo anche fatto alcune uscite notturne che sicuramente hanno un grande fascino a causa dell'atmosfera che si percepisce..
Durante gli avvicinamenti "a bosco", si vede solo dove la torcia illumina, i rumori della vita notturna ci circondano, fruscii, piccoli suoni e spesso rumori di cinghiali che cercano incessantemente cibo scavando con il muso nel terreno.
Quando poi troviamo l'entrata e nei primi metri di essa ci compare una svastica e frasi inneggianti ai tempi che furono, bè, all'emozione della notte si aggiunge anche un pò di adrenalina causata da questi simboli, dal buco nero di fronte a noi che andremo ad esplorare e dall'aria gelida sui nostri visi che esce prepotentemente da esso...
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Questi simboli e frasi nel pieno della notte non ispirano molta fiducia....però l'esplorazione deve proseguire!! |
Insomma ce n'è per tutti i gusti e mi riesce difficile immaginare come potessero trasportare l'attrezzatura e poi portare via il materiale estratto da posti così impervi e distanti da vie di comunicazione.
Bisogna anche dire che essendo passati molti anni dalle ultime operazioni di scavo la natura ha riconquistato il terreno che le era stato tolto.
Le sorprese sono sempre in agguato, qui un vecchio locomotore ancora sui binari.. |
Un tempo i castagneti dei quali è ricca la Val Graveglia erano tenuti puliti e curati, insomma coltivati come frutteti, i sentieri e soprattutto le mulattiere erano vie di comunicazione importantissime alle quali veniva fatta continua manutenzione.
Per portare via il minerale estratto furono costruite molte teleferiche delle quali adesso rimane visibile solo qualche cavo o al massimo i ruderi dei basamenti della partenza e dell'arrivo, tutte queste "strutture" permettevano ai minatori di raggiungere l'area di scavo con l'attrezzatura necessaria e di portare via il minerale "buono" da vendere alle acciaierie.
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Basamento e cavo di una vecchia teleferica per il trasporto del materiale estratto |
Passato il primo inverno (2010) a "recensire" più entrate possibili, eccoci finalmente alla seconda fase: l'esplorazione!!
Per chi come me non è abituato agli ambienti ipogei, l'emozione è sempre molto forte. In particolare nelle prime decine di metri dall'entrata, si passa da un mondo fatto di luce, colori e molti suoni ad un altro completamente diverso.
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L'atmosfera, i profumi, i rumori, insomma si entra in una dimensione nuova ed affascinante... |
Si lascia alle spalle il calore e la luce ed il viaggio inizia... |
Appena entro l'umidità mi avvolge come un panno bagnato sulla pelle, la temperatura, a seconda della stagione, cambia completamente essendo quasi sempre diversa da quella esterna, la luce naturale che mi lascio alle spalle pian piano viene sostituita da quella artificiale delle torce, i rumori che facciamo ed i suoni hanno una piccola eco, in lontananza, nel buio più profondo, si sente l'acqua scorrere o gocciolare come a segnare il tempo che sembra essersi rallentato, il profumo di umidità e legno marcio contribuisce a segnalare ai miei sensi che sono entrato in un'altra dimensione, in un mondo diverso dal mio solito, in un ambiente che và rispettato e temuto.
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Alcune volte i passaggi sono angusti...cosa ci sarà dopo??? |
L'adrenalina mi tiene all'erta, il tono di voce diminuisce molto, i miei movimenti sono rallentati e le parole sono ridotte al minimo, quasi per paura di disturbare, di rompere un equilibrio che dura da decine di anni …
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Spesso i livelli di scavo sono sovrapposti gli uni agli altri (La foto è del soffitto!!) |
Il continuo gocciolio dell'acqua in lontananza si mischia con il rumore leggero dei nostri passi...
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Gocce d'acqua e micro stalattiti calcaree, veri gioielli della natura! |
Dopo i primi minuti di questa tempesta emozionale, riacquisto "lucidità" e l'istinto per l'esplorazione prende il sopravvento.
Questo istinto mi porta a chiedermi continuamente:" cosa ci sarà dietro a quella curva??"
Ebbene, curva dopo curva percorro centinaia di metri senza accorgermene, la curiosità mi guida, i miei occhi sono attentissimi, oltre ad individuare eventuali pericoli, a cercare spunti fotografici.
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Dopo aver allestito un set ci siamo permessi un autoscatto! |
Siano essi minuscoli come piccoli insetti, anfibi o pipistrelli o grandi come eventuali vuoti di coltivazione o vecchi macchinari abbandonati che hanno forte fascino e raccontano una storia fatta di fatica, sacrifici e malattie.
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Piccolo insetto morto e colonizzato prontamente da muffe e funghi, nulla va sprecato! |
Speleomentes strinatii, un magnifico abitante di queste miniere... |
Un vecchio carrello, chissà quante mani lo hanno caricato e spinto per anni ed anni.. |
La maggior parte di questi siti minerari conservano gallerie poste su piani diversi, in alcuni casi fino a 6 o 7.
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Essi sono collegati da "fornelli", cioè buchi verticali larghi fino a 1.5 metri che servivano per far scendere il minerale fino al piano collegato alla teleferica e contestualmente in essi passa l'aria necessaria a creare una piccola corrente con le entrate che ne permetta il ricambio.
Ma proprio questi buchi sono, a mio vedere, il pericolo maggiore per farsi male.
Devo stare SEMPRE attento a dove metto i piedi perché alcuni di essi, invece di essere sul fianco della galleria, si aprono perfettamente in mezzo ad essa e se distratto, magari guardando verso l'alto o in lontananza rischierei di precipitare per decine di metri!!
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Classico fornello che collega due livelli sovrapposti, molto pericoloso!! |
La maggior parte di queste miniere hanno gallerie molto ramificate, mezzi piani, discenderie e scalette, capirete quindi che è molto facile perdersi in questo dedalo di cunicoli, in particolare quando mosso e distratto dalla curiosità, seguo il mio istinto girovagando senza un senso logico. (Grosso errore!)
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A questa ventola era attaccato un tubo per la ventilazione della galleria |
Ebbene, visto che l'esperienza insegna, dopo la prima paura che mi sono trovato pensando di essermi perso e girando in tondo per diversi minuti, porto sempre con me pezzi da 30 cm di nastro rosso e bianco da cantiere.
Ogni volta che lascio la galleria principale ne poso un pezzo in terra in corrispondenza della direzione dalla quale sono venuto. Poi, a ritorno, li raccolgo come un Pollicino delle miniere ritornando così sulla "retta" via!
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Giochi di tempi e luci, con un pò di fantasia si creano effetti simpatici.. |
Qui finisce la prima di TRE parti.
Vi ho spiegato le caratteristiche principali di questa valle a livello geologico e poi ho mostrato le fasi della ricerca e ritrovamento delle entrate.
Le prossime due "puntate" saranno sicuramente più interessanti a livello fotografico ma, vista la vastità del materiale e l'importanza di questi siti nella mia amata Val Graveglia, ho preferito partire da un pò più lontano....
Alla fine del terzo invio vi sarà un elenco degli amici che mi hanno aiutato ad esplorare e fotografare questi luoghi e menzionerò anche attrezzatura e tecniche usate...
L'avventura continua, restate sintonizzati!!!!
Un caro saluto e tutti!!
Claudio Pia
Prima di chiudere vorrei evidenziare una cosa MOLTO importante….
Sconsiglio a tutti di avventurarsi in questi ambienti, essi racchiudono sia meraviglie da scoprire che grandi rischi, sono pieni di trappole in agguato, dai possibili crolli, ai fornelli senza fondo che si aprono sotto i piedi fino agli allagamenti improvvisi dovuti a temporali, insomma.................
DON'T TRY THIS AT HOME!!!
Per questo motivo vi prego di non chiederci indicazioni riguardo le ubicazioni dei siti minerari trattati in questo Report perché non potremo esservi d'aiuto!
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